Non c’è stata possibilità di salvarle, nonostante gli interventi degli esperti veterinari: questa malattia uccide pecore e capre in larga scala.
E’ in corso una campagna di sensibilizzazione dell’intero pianeta per far comprendere un’emergenza in atto che, in parte, coinvolge ciascuna persona. Pecore e capre, esemplari importantissimi per l’uomo e per la natura, stanno subendo una riduzione in larga scala a causa di un virus che le stermina senza dare la possibilità di salvarle.

Nella vita degli agricoltori in molte regioni di tutto il globo, i piccoli ruminanti come pecore e capre ricoprono un ruolo centrale. Forniscono lana e pelle, letame per la fertilizzazione delle colture, lavorando contro il fallimento dei raccolti e la siccità, contribuiscono allo sviluppo economico nazionale nonché al benessere di molte comunità
Pecore e capre in pericolo: la malattia che le sta uccidendo
Negli ultimi tempi, è stata registrata una malattia molto contagiosa che rappresenta una minaccia importante per i piccoli ruminanti e, di conseguenza, per chi vive basandosi sui gregge. Parliamo della PPR (la peste dei piccoli ruminanti), diffusa in oltre 70 paesi in Africa, Asia, Medio Oriente ed Europa orientale da quando è stata identificata nel 1942.

La contaminazione dal virus PPR causa danni che vanno ben oltre l’infezione dell’animale: ne consegue una riduzione della produttività e calo del reddito, la perdita del nutrimento e di un intero stile di vita. L’emergenza riguarda una malattia che minaccia i mezzi di sussistenza di famiglie, popolazioni.
Viene compromessa la sicurezza alimentare e l’identità culturale di un gruppo. Per chi vive basandosi sui gregge e gli allevamenti, i piccoli ruminanti occupano un ruolo chiave e centrale in tutto lo stile di vita. La loro perdita causa un crollo a catena, generando totale miseria per intere popolazioni.
PPR, il virus che colpisce gli allevamenti di pecore e capre
Già nel 2015, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) insieme alla WOAH (Organizzazione Mondiale per la Salute Animale) hanno studiato una strategia globale per controllare ed eradicare il virus PPR entro il 2030.

Ad oggi, a distanza di dieci anni, vediamo che lo sforzo per contenere la malattia continua, tuttavia la PPR prosegue una diffusione rapida e si radica soprattutto nelle aree endemiche dove l’assenza di pronto intervento veterinario rende più difficile risolvere il problema.
Interventi di fondamentale importanza come un movimento rigoroso del bestiame, la sua vaccinazione, l’educazione, l’investimento in medicina veterinaria, sono difficili per le comunità emarginate. Donne e giovani, i più coinvolti nella cura quotidiana degli allevamenti, sono i primi a notare i segni della malattia, tuttavia il più delle volte il virus fa il decorso prima che ci sia la possibilità di un intervento veterinario.
Interventi impossibili per salvare il bestiame dal virus
WOAH invita tutti i suoi Membri a rafforzare la cooperazione per trovare strategie d’aiuto ai gruppi di allevatori nomadi, mobilitando le risorse interne e considerando i finanziamenti necessari per eradicare la malattia e salvare le comunità che dipendono dai piccoli ruminanti.





