Lo trova abbandonato nel suo giardino: dopo mesi scopre che non è affatto un cane – VIDEO

Una storia che ha dell’assurdo ma che è vera: trova un cane nel suo giardino e se ne prende cura, mesi dopo scopre la verità.

Avvengo fatti assurdi che fatichiamo a credere siano reali, soprattutto oggi che abbiamo a che fare con l’Intelligenza Artificiale. Ogni cosa che vediamo, ci chiediamo subito: ma è vera? E spesso ci rispondiamo, “impossibile, sarà opera di IA“.

screen video youtube cucciolo trovato tra le foglie del giardino
Si prende cura di lui, poi scopre che non è affatto un cane (canebassotto.it)

Quello che stiamo per raccontarvi però ha dell’incredibile, probabilmente sarete portati a pensare che sia davvero uno strano scherzo ma in realtà è tutto vero. Bisogna però tornare a qualche anno fa, quando mascherine e restrizioni erano la nostra normalità dalla quale sembrava impossibile uscirne. Stiamo parlando del periodo del Covid.

Trova un cucciolo nel suo giardino: mesi dopo scopre che non era affatto un cane

Una donna del distretto di Songjiang, a Shanghai, durante uno dei periodi più rigidi del lockdown, si è trovata al centro di un episodio che ha, con il senno del poi, dell’assurdo. Nel suo giardino, tra le foglie ancora umide, era comparso un piccolo essere che sembrava aver perso la sua strada.

La prima impressione era stata quella più ovvia, perché quel minuscolo corpo somigliava in tutto e per tutto a un cucciolo di cane abbandonato. Le restrizioni impedivano di chiedere aiuto. La donna non poteva contattare veterinari né strutture di soccorso, quindi rimaneva una sola strada: tentare di salvare quella creatura che sembrava aggrappata alla vita con un filo sottilissimo.

screen video youtube ritrovamento cucciolo in giardino che non era un cane
Jixiang (canebassotto.it)

Iniziò così un percorso fatto di attenzioni, cure e timori, perché il respiro del piccolo era debole e incostante. La madre della donna, con una lunga esperienza nella gestione degli animali domestici, contribuì a riscaldarlo con una coperta elettrica e a nutrirlo con flebo che potessero sostenerlo nei momenti più critici.

Il tempo passava e, lentamente, quel fragile esserino sembrava volersi riprendere. La donna gli diede un nome, Jixiang, che significa buona fortuna, un augurio che sembrava quasi necessario in quelle giornate incerte. Il cucciolo iniziava a mostrare una forza crescente, ma allo stesso tempo qualcosa nel suo aspetto sollevava domande sempre più pressanti.

La verità è venuta a galla e nessuno poteva crederci

A rendere la situazione ancora più strana fu il modo in cui il piccolo Jixiang cresceva. Le sue proporzioni iniziavano a deviare da quelle tipiche di un cucciolo di cane e la forma del muso, delle orecchie e della coda sembrava trasformarsi giorno dopo giorno.

La donna avvertiva che qualcosa non andava. Dopo circa due mesi, decise di chiedere un parere esterno e inviò la foto dell’animale a un amico con una conoscenza approfondita del mondo animale.

La risposta arrivò rapida e lasciò tutti senza parole. Quello che per settimane era stato trattato come un cagnolino salvato in extremis si rivelò essere qualcosa di completamente diverso. Jixiang non era un cane e nemmeno un animale domestico. Era un cane procione, una specie che conserva tratti più vicini a una volpe che a un cane e che, pur essendo adorabile in apparenza, non può vivere a stretto contatto con gli esseri umani come un animale da compagnia.

La rivelazione non cancellò l’affetto costruito nel tempo, ma aprì una riflessione sulla responsabilità verso creature selvatiche che non possono restare in un ambiente domestico. Dopo aver compreso la natura reale dell’animale, la donna contattò le autorità competenti e Jixiang venne trasferito allo Zoo di Shanghai, dove dal 9 giugno 2022 è accudito da personale specializzato.

La sua forza di adattamento nei primi mesi aveva sorpreso tutti e ora la priorità era garantire un percorso adeguato alla sua specie. Le informazioni ufficiali diffuse all’epoca riportavano che non era ancora stato stabilito se il cane procione sarebbe rimasto stabilmente nella struttura oppure, una volta cresciuto e pienamente autonomo, sarebbe stato reinserito nel suo habitat naturale.

Gestione cookie