Cosa succede se non metti il microchip al cane? Le conseguenze legali sono pesanti: non puoi nemmeno immaginarle.
In Italia, è obbligatorio mettere il microchip al proprio cane. Sono ancora troppi i padroni che non hanno affrontato questo passaggio con l’animale domestico, ma le conseguenze legali sono importanti e possono gravare economicamente al punto da risultare proibitive.

Il microchip è fondamentale per identificare l’animale, prevenire il suo abbandono e aiutare a ritrovarlo qualora dovesse perdersi. La legge nazionale ha stabilito l’obbligo di installazione e ogni regolamento regionale prevede dettagli diversi da conoscere.
Microchip nel cane: obbligo per legge nazionale
Questo dispositivo sottopelle viene automaticamente installato quando si iscrive l’animale all’Anagrafe canina. Finisce registrato in un database generale che permette di associare Fido al proprio essere umano di riferimento.

Qualora non si rispettasse questo obbligo, si rischiano sanzioni amministrative stabilite a livello Regionale. La Legge che regola il divieto di possedere un cane senza microchip è la nr. 281/1991, identificata come “legge quadro sul randagismo“.
Inizialmente era per intero regolata a livello nazionale, mentre oggi ciascuna Regione può stabilire modalità ed entità della sanzione in caso di inadempienza. Pertanto, è bene informarsi sul sito della propria Regione di residenza per capire quali regole e quali rischi sono in vigore.
Obbligo di installazione del microchip nel cane: si rischiano sanzioni importanti
Il microchip può essere installato solo da veterinari abilitati nei loro ambulatori o nelle Asl. Il costo d’applicazione può variare, tuttavia rivolgendosi ai Servizi Veterinari della Asl locale è possibile spesso procedere senza sostenere alcun costo.

Qualora un cane venisse recuperato sul territorio senza microchip, provvede la Asl ad inserirlo e a registrare l’animale a nome del Sindaco del Comune di accalappiamento. Invece, se il cane senza microchip è associato ad un padrone, le sanzioni possono addirittura superare le 300 euro per alcune zone. Solitamente, l’importo varia in base alla portata dell’inadempienza.
Questo piccolo transponder racchiuso in una capsula di vetro, è progettato proprio per restare sotto la cute del cane senza che vi siano conseguenze per la sua salute. In pochi secondi e con un fastidio paragonabile a quello di una puntura, il procedimento è concluso: così il cane custodisce un microchip con codice numerico di 15 cifre che rappresenta una sorta di carta d’identità del cane, leggibile attraverso appositi scanner e in grado di presentare la storia del cane e il contatto con il suo intestatario.
Quando mettere il microchip al cane
Quando si acquista un cucciolo, la Legge impone delle tempistiche precise per l’installazione del microchip, normalmente confinate entro i primi due mesi di vita dell’animale. In caso di cane nato e presente in allevamento, è l’allevatore che deve provvedere a farlo installare prima della cessione dell’animale.
Se l’animale è in canile, sarà il nuovo padrone adottivo a dover gestire l’installazione del microchip. Ha solitamente quindici giorni di tempo per rivolgersi al veterinario e procedere con la registrazione all’Anagrafe canina.
Parliamo di un regolamento che non vuole essere solo un’imposizione, bensì vuole responsabilizzare le persone: la pratica della registrazione aiuta a ritrovare il cane in caso di smarrimento, previene l’abbandono e facilita gli interventi veterinari. Il microchip non andrà mai cambiato o rimosso finché l’animale è in vita: in caso di cambio di proprietà, saranno solo aggiornati i dati dal personale competente.





