Un recente studio condotto all’Università Federico II di Napoli indica un aumento di malattie tipicamente umane negli animali domestici e selvatici.
Un recente studio condotto all’Università Federico II di Napoli mette in evidenza l’aumento di malattie croniche negli animali ma che sono tipiche dell’uomo. Si tratta di una ricerca che ha dell’incredibile, e che sottolinea quanto sia forte l’impatto dell’uomo sul pianeta e sulla salute di tutti gli esseri che lo popolano. Non a caso, gli scienziati parlano di Antropocene, l’epoca che stiamo attraversando.
L’Antropocene è l’epoca caratterizzata dal dominio dell’uomo sul mondo intero, un domino in grado di determinare modifiche importantissime sul pianeta e impattare su tutti gli esseri viventi che lo popolano, dunque anche animali selvatici e domestici, oltre ai processi biologici e geologici della Terra. In realtà, come precisano gli esperti, non è ancora stata ufficializzata questa era, dunque non è ancora stata riconosciuta da parte dall’International Union of Geological Sciences.
Il nuovo studio, pubblicato sulla testata scientifica Risk Analysis, conferma l’incremento di malattie tipiche dell’uomo nei confronti degli animali, sia animali domestici, in particolare nei cani e nei gatti, che animali selvatici, come ad esempio le balene. Parliamo di malattie importanti e ampiamente diffuse, come il diabete, le infiammazioni e addirittura le diverse forme tumorali.
Ciò è determinato dall’impatto antropologico sul pianeta, un impatto enorme e capace di modificare l’ecosistema, incidendo purtroppo in maniera negativa sulla natura. Salute umana, salute ambientale e salute animale sono in forte correlazione. “Tuttavia“, indica Giuseppe Borzacchiello, docente di fisiopatologia veterinaria all’università partenopea, “la situazione è più complessa, poiché non conosciamo bene le basi e le cause dell’incidenza delle malattie”.
Non sappiamo, quindi, se i fattori scatenanti le malattie negli animali siano gli stessi di quelli responsabili delle malattie nell’uomo. I tumori possono essere causati da una miriade di fattori, perciò risulta difficile mettere in correlazione la salute di specie animali che vivono in habitat diversi e lontani tra loro. Eppure, nel mondo si parla di un fenomeno globale chiamato One Health, ossia una salute condivisa, dove tutto è concatenato.
Malattie non trasmissibili, come diabete e cancro, sono in aumento in tutte le specie animali. Quali sono i fattori di rischio? Si tratta di un approccio che gli scienziati stanno approfondendo, ma che indica una sorta di degenerazione del pianeta, per un mondo sempre più ammalato. Le malattie croniche potrebbero essere legate all’inquinamento globale, ma questo è soltanto uno dei fattori.
Ad esempio, ci sono razze di cani più soggette a malattie croniche. Ma molte malattie possono essere riconducibili alle famiglie di animali, come quella dei mammiferi, e ciò potrebbe spiegare l’incidenza di malattie comuni tra uomini, mucche, cetacei e cani. Ovviamente, l’inquinamento gioca un ruolo importantissimo nella salute del pianeta e degli esseri viventi.
Così come gli umani, anche gli animali che vivono nelle città sono maggiormente soggetti a rischio malattie, proprio a causa dello smog. Inquinamento atmosferico, perdita di habitat, squilibri geologici, rendono il mondo un posto più fragile, per tutti, nessuno escluso. Comunque sia, l’incidenza più elevata negli ultimi anni è determinata anche da studi più approfonditi e utilizzo di strumentazioni tecnologiche più avanzate, che permettono di fare diagnosi più precise rispetto al passato.
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